E' ormai cosa nota che il disegnatore sia persona assai permalosa e con un grande ego da mantenere. L'ego si nutre di complimenti a profusione e critiche costruttive, dette con la maggior delicatezza possibile e fatte solo e soltanto con l'intenzione di rendere migliori la vita e l'arte del disegnatore. Ma pensate che basti tutto ciò per mantenere un ego spropositato? In fondo vive di parole.
No. Mantenere un ego è dispendioso quasi quanto una decina di amanti ossigenate che pasteggiano a uova di pesce, molluschi in estinzione e vini pregiati in bottiglia magnum e diamante nella coppa. E se poi il cibo è scarso e chiede il divorzio, il disegnatore è rovinato.
Tuttavia, la questione danaro è un tabù ancora maggiore della critica, per il disegnatore. Egli crede che, un giorno, un mecenate lungimirante e magnanimo lo sosterrà, sollevandolo dal volgare peso della quotidiana lotta alla sopravvivenza e permettendogli giorni e notti di sessioni di disegno continue e indisturbate. Il disegnatore sogna disperatamente l'arrivo del mecenate come il Messia dell'Arte che si risveglia dal lungo sonno ed esce dalla tomba, risorgendo dalle ceneri del modernariato, trasportato dai flutti su una conchiglia come la Venere del Botticelli.
Nel frattempo, vive d'aria e complimenti. E dunque non ammorbatelo con discorsi sul pagamento del mutuo, su cosa preparare per cena, su quanto saranno dispendiose le vostre prossime vacanze. Lui in vacanza non ci va, perché gli piace troppo lavorare.
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